LETTERA DI AUGURI NATALIZI 2023 CONSIGLIO DELL'ORDINE E FONDAZIONE DELL’AVVOCATURA TORINESE FULVIO CROCE

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Care Colleghe e Cari Colleghi,

un altro anno è passato e rivolgiamo a Voi tutti, in occasione di questa lettera annuale, i migliori auguri del Consiglio dell’Ordine e della Fondazione dell’Avvocatura torinese Fulvio Croce per un felice Natale e un sereno 2024.

Per noi Consiglieri dell’Ordine è la prima lettera di auguri della nuova consiliatura insediatasi con le elezioni dello scorso febbraio.

I neo consiglieri Alessandro Alasia, Alessandra Brenchio, Paola Baldassarre, Paolo Berti, Germana Bertoli, Marco Bona, Stefano Bonaudo, Carlo Cavallo, Salvatore Crimi, Marco Ciurcina, Antonio Genovese, Dafne Koumentakis, Alberto Manzella, Cristiano Michela, Gianpaolo Mussano, Arnaldo Narducci, Marina Notaristefano, Daniela Rossi, Alberto Scapaticci, Claudio Strata, Stefano Tizzani, Antonio Vallone, Filippo Vallosio e Giuseppe Vitrani Vi ringraziano per aver dato loro la fiducia per svolgere il prestigioso e onorevole compito cui sono chiamati, rappresentare l’avvocatura torinese in un periodo storico di grandi cambiamenti per la professione forense.

Ma altrettanto grande è il loro impegno e il loro entusiasmo per affrontarli: le sfide della transizione digitale, che ad oggi impegnano anche i colleghi penalisti; le sfide dell’intelligenza artificiale, che dovremo vedere e cogliere come un compagno di viaggio, non come un possibile competitor con cui concorrere; le sfide di un mercato consulenziale che cambia e che ci chiede di cambiare, spingendoci ad acquisire competenze in settori nuovi – puntualmente  attenzionati ogni anno dal rapporto Censis commissionato da Cassa Forense -, come l’ESG, la transizione ecologica, la tutela dei dati, ancora non completamente arati.

Le sfide di un nuovo ruolo – quello del conciliatore – che la riforma Cartabia, per raggiungere gli agognati obiettivi della deflazione del disposition time del processo civile voluti dall’Europa per superare gli atavici ritardi rispetto alla media europea (nel 2019 il disposition time dell’Italia era di oltre 500 giorni, quello della Germania, per esempio, meno della metà) ha reso ormai ineludibile in diversi settori del civile, invitando gli avvocati, ancorché ormai chiamati ad un rito di fatto solo cartolare, a evitare di adire la via processuale, resa oltremodo impervia da termini e decadenze veramente stringenti ancor prima di incontrare in udienza chi dovrà giudicare della res litigiosa.

E il nostro circondario – a differenza di altri del distretto – aveva ancora un disposition time nel 2022 con segno positivo e non negativo, avendo accumulato un ritardo dell’8% in luogo di una accelerazione sui tempi medi processuali, complice il carico di lavoro importante della IX sezione dedicata alla protezione internazionale. Attendiamo a breve gli esiti del 2023.

Anche l’avvocato penalista è chiamato a misurarsi non più solo con l’agone giudiziario, reso ingiustamente impervio dalla impossibilità di appellare in difetto di elezione di domicilio, misura che di fatto deflaziona sensibilmente il numero degli appelli da parte dei difensori, soprattutto di ufficio, che si trovano non di rado a non poter impugnare una sentenza che ritengono sbagliata.

Il penalista deve ora misurarsi con la giustizia riparativa, istituto tutto da studiare e approcciare con nuove competenze e, si spera, le strutture pubbliche necessarie sul territorio per dare le risposte che sempre più imputati cercano.

L’avvocatura – definita dal Ministro Nordio all’indomani della sua nomina una «componente indefettibile di ogni riforma» e la terza gamba della giurisdizione, unitamente alla magistratura e al governo - deve dunque correre e correre cambiando anche la tradizionale veste di processualista per indossare quella del mediatore che evita di incamminarsi in un percorso a volte troppo lungo per dare una risposta di giustizia con tempi ragionevoli.

Ci attende per il futuro prossimo un importante cambiamento che tocca i nostri sistemi processuali, sia penale che civile, e che richiede una presenza continua dell’avvocatura affinché si possa essere non semplici spettatori, ma attori coprotagonisti proprio come la terza gamba citata dal Ministro della Giustizia.

Indubbiamente i tempi non sono semplici.

L’avvocatura come altre professioni intellettuali ha sofferto gli effetti sull’economia della pandemia: per due anni di fila vi è stato uno sbilancio negativo tra nuove iscrizioni e cancellazioni e il 70% delle differenze negative riguarda l’avvocatura femminile, già colpita da un gender pay gap in media del 50%, dato su cui riflettere.

E l’Ordine torinese ha perso 500 iscritti nell’arco degli ultimi 5 anni, dato anch’esso su cui riflettere e che non può che doverosamente animare anche le decisioni di spesa e di investimento delle risorse che Voi ci mettete a disposizione per far funzionare con i nostri dipendenti la macchina amministrativa, cercando di renderla sempre più efficiente, preparata, formata e pronta ad ascoltare le Vostre richieste.

Il nostro Ordine, come tradizione, saprà portare il proprio contributo con lo stile che è proprio della nostra avvocatura e che qualcuno definisce sabaudo, ma che nella sostanza significa consapevoli del nostro fondamentale ruolo e pronti a rivendicarlo in tutte le sedi.

Stile che però non ci ha impedito subito di protestare compatti nel giugno di quest’anno non appena diffusa la prima bozza di regolamento sul rispetto dei criteri redazionali degli atti civili che abbiamo ritenuto umiliante per l’intera classe forense, affermando con il comunicato di giugno 2023 la nostra netta contrarietà a una disciplina ingiusta e partecipando agli stati generali dell’avvocatura convocati dal CNF. È una battaglia che porteremo avanti convinti che la (inaccettabile) limitazione del diritto di difesa passi anche attraverso questi censurabili provvedimenti.

 

La Fondazione ha vissuto in questo 2023 un’intensa attività che l’ha portata ad affrontare numerosi ambiti tutti caratterizzati da una connessione con il mondo giuridico mantenendo una visione d’insieme e coinvolgendo oltre all’avvocatura torinese, numerose espressioni della società civile, della cultura, della politica.

Tra i tanti eventi ricordiamo il convegno dedicato alla figura di Piero Calamandrei, insigne giurista e grande avvocato, ma anche l’incontro dedicato agli NFT e metaverso con una visione che tocca i fondamenti della nostra professione orientata a una modernità oramai irrinunciabile.

La contaminazione culturale è stato il filo conduttore del ciclo di incontri intitolato “Tracce giuridiche e musicali a Palazzo Capris” e che ci ha portato a parlare di temi attuali ascoltando nel contempo interpreti musicali di valore che hanno portato la loro arte nelle sale della nostra Fondazione.

L’impegno etico è rimasto con noi tutto l’anno concretizzandosi nel ciclo “Cinema e Diritti delle persone e dei minori” dove, aiutati dalla visione di premiate pellicole, abbiamo riflettuto sulla condizione della famiglia allorquando si rompono i vincoli affettivi e familiari e su quella dei minori non accompagnati, condizione di sempre maggior criticità della società.

Ci siamo anche divertiti ascoltando gli aneddoti raccontanti nel bel libro scritto da Mario Napoli dal titolo “Dieci racconti di Pretura”, ricordando i tempi della Pretura quando forse il nostro processo era occasione di incontro tra colleghi e magistrati non solo professionale, ma anche umano, senza però dimenticare l’importanza di ribadire la necessità di una giustizia di prossimità in grado di raccogliere le istanze di legalità dei nostri assistiti.

L’attenzione al nuovo mondo digitale con tutte le sfide che questa dimensione presenta anche per il mondo dell’avvocatura -come sopra prospettato-  ci ha spinto ad approfondire i temi delle piattaforme digitali e del Legal Tech, con l’importante ruolo assunto da Torino come motore dell’intelligenza artificiale.

Il rinnovare il progetto gli “Avvocati incontrano la Scuola” con la visita in Fondazione e negli altri luoghi della giustizia degli studenti dell’ultimo anno delle superiori è stata l’occasione per ricordare ai giovani il nostro Presidente Fulvio Croce.

Ricordo recentemente rinnovato alla Camera dei Deputati allorquando, nell’ambito del convegno dedicato all’autorevolezza e martirio dell’avvocatura, abbiamo ripercorso la drammatica storia di Fulvio Croce rammentando la sua figura non solo professionale, ma anche umana e sottolineando l’estrema attualità dei principi e valori che hanno animato l’uomo e l’avvocato Croce.

Molte altre le iniziative sono state organizzate affrontando tra i tanti temi quello della condizione carceraria, della violenza di genere, della giustizia riparativa, della legalità, eventi che hanno affermato ancora una volta la centralità dell’avvocatura torinese nel dibattitto culturale cittadino.

Senza dimenticare il privilegio che abbiamo rispetto ad altri paesi – come l’Iran e la Turchia – dove l’avvocato non è libero di tutelare i diritti dei propri assistiti.

E non ci dimentichiamo mai di ricordarlo, perché riteniamo sia un nostro dovere difendere l’avvocato torinese ogni giorno laddove subisca un vulnus nell’esercizio del diritto di difesa - come puntualmente facciamo rispondendo a tutte le segnalazioni - come ogni altro difensore in altri Paesi dove non possa proprio svolgere il proprio ruolo.

L’abbiamo ricordato il 12 dicembre in occasione del bellissimo evento ‘I diritti velati’ organizzato con l’ordine dei giornalisti e dedicato alla compressione dei diritti fondamentali in Iran, in Afghanistan e in Turchia:https://www.ordineavvocatitorino.it/sites/default/files/documents/DIRITTI%20VELATI%2012122023.pdf

Vi invitiamo il prossimo 24 gennaio 2024 a marciare con noi dentro il Palazzo di Giustizia in occasione della giornata internazionale dell’avvocatura in pericolo nel mondo: quest’anno si esprime un gesto di solidarietà alla avvocatura iraniana, le cui condizioni sono drammaticamente sotto gli occhi di tutta l’opinione pubblica.

A tutti Voi i nostri migliori auguri per continuare a correre, consapevoli del valore del nostro ruolo nella giurisdizione da difendere sempre, assicurando il nostro impegno per una sempre più preclara affermazione dell’importanza, come amava ricordare Croce, di “essere” avvocati e non semplicemente “fare” l’avvocato.

 

La Presidente dell’Ordine                                                     Il Presidente della Fondazione Croce

   Avv. Simona Grabbi                                                                    Avv. Enrico Maggiora