COMUNICATO COA IN MERITO ALL’INTERVISTA DEL PRESIDENTE DOTT. TERZI PUBBLICATA DA LA STAMPA IL 14 GIUGNO 2020.

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Letto l’articolo pubblicato nella giornata del 14 Giugno 2020 sul quotidiano La Stampa, Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino non può che manifestare il proprio dissenso di fronte al titolo impiegato (“Senza avvocati il Tribunale è più efficiente”).

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino ricorda a tutti i cittadini, in nome dei quali la Giustizia è amministrata, che l’Avvocato fa parte della Giurisdizione come il Giudice.

Nel contenuto dell’articolo  ci si riferisce chiaramente non alla figura dell’Avvocato come coprotagonista del processo, ma a ciò che è avvenuto in questo periodo di lockdown con la possibilità da parte degli Avvocati di sostituire agli accessi fisici nelle cancellerie penali la concordata digitalizzazione delle richieste e delle risposte da parte delle cancellerie.

In questi mesi il lavoro degli Avvocati, sia in cancelleria che nelle aule di udienza, è stato drammaticamente ridotto e non è rispetto a questo parametro che può misurarsi l’aumentata efficienza degli uffici amministrativi, indotti ad uno smart working che non può, purtroppo, sostituire il lavoro in presenza per le note ragioni di mancata apertura da remoto degli applicativi, limitazione - questa sì - da superare da parte delle istituzioni chiamate a farlo.

Il Consiglio è certamente pronto a cogliere i frutti positivi di questo drammatico periodo, auspicando che anche il Legislatore riesca finalmente a digitalizzare il processo penale razionalizzando l’uso del tempo da parte degli avvocati, ancora costretti a fare code davanti alle cancellerie per avere un "depositato", sistema oramai intollerabile proprio per il rispetto del tempo degli avvocati e di chi riceve questi atti.

Fino a quel momento, come certamente il Presidente avrà sottinteso, nessuna limitazione di accesso agli uffici potrà essere concordata.

Quanto alla invocata riduzione del periodo di sospensione feriale dal 1° al 31 agosto, il Consiglio si è già espresso con il comunicato dell’8 giugno 2020 indirizzato al Ministero che potrà intervenire sulla disposizione  regolatrice. Gli avvocati sono disponibili a lavorare anche in quel mese, pur di far ripartire la macchina della Giustizia e a non accumulare altro  arretrato.