Care Colleghe e Cari Colleghi,
un altro anno è passato e rivolgiamo a Voi tutti, in occasione di questa lettera annuale, i migliori auguri del Consiglio dell’Ordine e della Fondazione dell’Avvocatura torinese Fulvio Croce di buone feste e di buon 2025.
Entriamo nell’anno che si concluderà con il XXXVI Congresso Nazionale Forense che, dopo ben 55 anni, tornerà a celebrarsi nella nostra città e inizierà il prossimo 16 ottobre.
L’ultimo si tenne a Torino nel 1969 con il Presidente Fulvio Croce.
Siamo orgogliosi di questo risultato per dare a Torino la visibilità che merita alla luce della sua storia nel panorama forense nazionale dove, come sapete, è in fase di studio la riforma della legge professionale su cui stanno lavorando i vari tavoli istituiti dal CNF alla luce delle mozioni approvate nella sessione ulteriore del XXXV Congresso Nazionale tenutasi a Roma il 15 e 16 dicembre 2023.
Rispetto ad alcune tra le previsioni della legge del 2014 occorre un cambio di passo per consentire alla nostra professione di cambiare, crescere e essere sempre al servizio dei cittadini che ci reputano essenziali per la tutela dei diritti, come costantemente emerge nelle relazioni annuali predisposte da Censis e commissionate da Cassa Forense.
Ciò che non cambia, purtroppo, è il panorama di estrema difficoltà della geografia giudiziaria del nostro distretto, con forti carenze di organico sia nella magistratura togata che onoraria nonché nel personale amministrativo.
Ricorderete gli sforzi compiuti dal Consiglio, dalle Associazioni e dall’Avvocatura torinese tutta – che si ringrazia per la massiccia adesione - per protestare contro la scopertura della giustizia di prossimità, giunta al 95%. Protesta doverosa perché una tale carenza dei giudici di pace su cui gravano 30.000 iscrizioni all’anno non può che comportare una imponente lentezza nelle fissazioni delle udienze, nello scioglimento delle riserve, nell’emissione di decreti ingiuntivi o di provvedimenti relativi alle impugnazioni in tema di circolazione stradale.
In una parola, non può che comportare un gravissimo vulnus ai diritti dei cittadini che vedono in noi il primo attore della giurisdizione e vedono la giurisdizione, ormai e sempre di più, nelle mani di preziosissimi giudici onorari oppressi da tale carico giudiziario.
Abbiamo la maglia nera in Italia nella scopertura dei giudici di pace, forse si pensa che da sabaudi non siamo soliti lamentarci e abbiamo dimostrato il contrario.
Continueremo a protestare, a marciare fino a quando avrà un senso farlo e a cercare, come abbiamo fatto giungendo alla presentazione di emendamenti di riforma della legge ‘Orlando’, di sensibilizzare chi amministra la giustizia affinché dia delle risposte tempestive per porre fine a tale denegata giustizia.
Ciò a maggior ragione se non verrà differita l’entrata in vigore della Riforma Cartabia nella parte in cui, da ottobre 2025, verrà nuovamente aumentata la competenza per valore dei Giudici di Pace.
Per non parlare delle scoperture di organico nella magistratura e nel personale amministrativo del Tribunale e della Corte di Appello: non dobbiamo stupirci se non si potranno raggiungere appieno i risultati voluti dal PNRR in termini di riduzione del disposition time del 2019 avendo una importante sezione dedita alla protezione internazionale, sezione che assorbe una percentuale importante del contenzioso del Tribunale civile e che la assorbirà ormai anche in sede di Appello a seguito delle recenti riforme.
Non si può chiedere di accelerare i tempi del processo con riforme che rendono più difficile l’esercizio del diritto – si pensi alla impossibilità di appellare le sentenze penali da parte dei difensori di ufficio degli imputati assenti o alla concentrazione dei termini di deposito delle memorie nel giudizio civile prima della prima udienza – senza aumentare in modo adeguato le risorse a disposizione.
Indubbiamente i tempi non sono semplici e le difficoltà si riflettono sui numeri degli iscritti, nuovamente superati dalle cancellazioni, fatto che deve riflettersi nelle decisioni di spesa delle risorse che Voi ci mettete a disposizione per far funzionare e rendere efficiente una poderosa macchina amministrativa che, con cortesia e competenza, deve darvi giornalmente le risposte che ponete.
Siamo oltre 6.800 avvocati, avvocate, praticanti a pensare che la nostra sia ancora una bellissima professione, difficile ma impareggiabile nella soddisfazione che dà la tutela dei diritti dei nostri assistiti.
Pensiamolo ogni giorno, anche nel 2025.
Perché noi siamo coloro che ci prodighiamo per gli altri,
“perché – le parole sono del nostro Piero Calamandrei – gli avvocati bisogna che lavorino disperatamente, vogliano o non vogliano, per servire gli altri, per aprire la strada agli altri e arrivino alla morte senza aver potuto fare quello che li riguarda personalmente e che per tutta la vita hanno dovuto rimandare a domani” (Lettera ai giovani Avvocati, Franzo Grande Stevens, premiato il 15 novembre 2024 per i 70 anni di iscrizione al nostro albo
****
La nostra Fondazione ha proseguito nel 2024 il suo impegno nel promuovere la formazione e l'aggiornamento professionale degli avvocati torinesi organizzando numerosi convegni, seminari e corsi di formazione su tematiche giuridiche di attualità, contribuendo al continuo sviluppo delle competenze degli iscritti. Abbiamo rafforzato i rapporti con altre istituzioni e associazioni forensi, promuovendo iniziative congiunte volte a tutelare i diritti e gli interessi della professione legale. Ha sostenuto progetti di ricerca e pubblicazioni in ambito giuridico, favorendo la diffusione della cultura legale e l'approfondimento di questioni di rilevanza per l'avvocatura. Tra i tanti momenti, forse quello più significativo è stato il gemellaggio con l'Associazione Civile Giorgio Ambrosoli, formalizzato il 20 novembre 2024. Questo evento ha permesso di rinnovare il pensiero e i valori di due grandi avvocati, Fulvio Croce e Giorgio Ambrosoli, che hanno sacrificato la vita per il senso di responsabilità ed etica professionale. In tale occasione, sono stati premiati due giovani Colleghi i cui papers hanno profondamente colpito per la profondità dei pensieri sul senso della nostra professione.
E’ stata donata una targa commemorativa delle parole scritte da Ambrosoli alla moglie, la sig.ra Annalori che qui -con commosso ricordo- ci piace condividere con tutti Voi:
“Anna carissima, è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. (Banca Privata Italiana ndr) atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica. Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente di ogni colore e risma non tranquillizza affatto. È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese […] Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto […] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa”.
Un impegno quello di Ambrosoli che viviamo in prima persona cercando di condividere e promuovere quei valori etici e deontologici che da sempre caratterizzano la nostra professione.
****
Il nostro Grazie va a tutti Voi, cari Colleghi e Colleghe!
A tutti Voi i nostri migliori auguri per continuare a correre, consapevoli del valore del nostro ruolo nella giurisdizione da difendere sempre.
La Presidente dell’Ordine Il Presidente della Fondazione Croce
Avv. Simona Grabbi Avv. Enrico Maggiora